Rissa a Pantelleria, quattro arresti dei carabinieri
Mercoledì nel primo pomeriggio l’Ufficio del Giudice per le indagini
preliminari ha convalidato l’arresto dei 4 soggetti ritenuti
responsabili a vario titolo dei reati di rissa, lesioni personali, porto
e detenzione illegale di armi clandestine.
Fatti commessi a Pantelleria, all’interno del locale “Tikkiriki”
nella notte tra il 30 e il 31 marzo scorso. Nello specifico il GIP del
Tribunale di Marsala ha convalidato tutti e quattro gli arresti,
applicando la misura cautelare e l’obbligo di presentazione alla polizia
giudiziaria per tre volte alla settimana rispettivamente per Almanza
Giuseppe Dario, Dani Gabor, Bonomo Sandro Ciro, rispettivamente 23enne,
32enne rumeno, 24enne privi di pregiudizi penali, tutti e tre accusati
del reato di rissa e lesioni personali aggravate.
Per Sarca Adrian Florin, 24enne rumeno, invece, la magistratura
giudicante ha disposto l’applicazione della misura cautelare in carcere;
infatti la sua posizione rispetto agli altri tre arrestati risulta più
grave, in quanto, nell’evolversi della rissa, scaturita per futili
motivi e da un lancio di oggetti, esplodeva nei confronti di Almanza
Giuseppe due colpi d’arma da fuoco, attingendolo alla gamba, per puro
caso senza ulteriori conseguenze.
In seguito alla rissa nessuno riportava ferite o lesioni preoccupanti,
ma solo ferite guaribili nel massimo nel periodo di 15 giorni ed in
particolare:
Almanza Giuseppe Dario, dimesso dal locale ospedale Nagar con prognosi di 15 giorni poiché affetto da “ferita d’arma da fuoco con foro di entrata ed uscita gamba destra”;
Gabor Dani,con prognosi di 7 giorni per“trauma cranico” ;
Bonomo Sandro Ciro, con prognosi di 7 giorni per“trauma cranico con ferita lacero contusa, lesione della galea e microlesione teca cranica”;
In seguito alla rissa è sequestrata poco vicino dal luogo dell’accaduto
la pistola utilizzata dal Sarca, una LUOGER cal 9, un’arma della
Seconda Guerra Mondiale con matricola abrasa e con il colpo ancora in
canna: l’arrestato se ne era subito disfatto, cercando di sviare
l’attività investigativa dei carabinieri e attenuare le proprie
responsabilità.
La sentenza di convalida ha di fatto confermato l’attività
investigativa posta in essere dai militari dei carabinieri della
Compagnia di Marsala, con l’ adozione di misure coercitive pesanti, che
sono da deterrente al verificarsi di tali episodi particolarmente gravi
.
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