GEAPRESS – “I bracconieri spezzano le nostre ali. Noi possiamo spezzare le loro reti”. E’ lo slogan della campagna LIPU contro il bracconaggio, che l’Associazione lancia da oggi per raccogliere fondi e informare l’opinione pubblica sugli atti di illegalità commessi contro gli animali selvatici in tutto il Paese. Il lancio avviene sul sito web dell’Associazione: accanto alla possibilità di effettuare una donazione a sostegno della campagna, il sito ospita notizie, denunce, foto e video dai punti caldi (hot spot) del bracconaggio.
La LIPU propone inoltre un appello per chiedere al Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania di garantire le risorse necessarie al Nucleo operativo antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato affinché rafforzi le proprie attività in difesa della fauna selvatica.
Ad accompagnare il lancio della campagna LIPU saranno due grandi progetti a tutela degli uccelli selvatici. Il primo è il Progetto Rapaci Migratori: da oggi, per quattro settimane, osservatori LIPU presidieranno i cinque passaggi chiave per la migrazione dei rapaci in Sicilia (Pantelleria, Marettimo, Ustica e Panarea). Progetto finalizzato alla protezione dei rapaci in particolare nell’hot spot dello Stretto di Messina, versante calabrese. Qui la LIPU attiverà nei prossimi giorni un campo antibracconaggio, il 28esimo dalla prima storica edizione del 1984.
Il secondo progetto è il campo di volontariato, che prosegue fino a maggio in provincia di Caltanissetta, in Sicilia, per impedire i furti ai nidi dei piccoli di Aquila del Bonelli e per un censimento dei nidi di altre specie come il Capovaccaio, l’Aquila reale, il falco Lanario e il falco Pellegrino.
Nel corso dell’anno la campagna della LIPU proseguirà attraverso la sorveglianza nel bresciano (da settembre/ottobre fino a dicembre) e i campi nel cagliaritano, nel Basso Sulcis (da novembre fino a gennaio 2013). Si tratta di due importanti hot spot del bracconaggio dove centinaia di migliaia di piccoli uccelli, come tordi e pettirossi, sono ancora vittime di bracconieri incalliti. Questi animali vengono brutalmente uccisi e in gran parte impiegati nella preparazione di piatti tipici locali, come la “polenta e osei”, nel bresciano, oppure le “grive” in provincia di Cagliari.
Lanciamo oggi una grande campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU – e chiediamo di sottoscrivere un appello al ministro Catania per chiedere di rafforzare l’azione del Corpo forestale dello Stato nei punti caldi del bracconaggio, dove l’azione coraggiosa e tenace dei nostri volontari non basta se non ha la possibilità di affiancarsi a quella delle forze dell’Ordine”.
Combattere il bracconaggio – aggiunge il direttore generale LIPU Elena D’Andrea – significa salvare gli uccelli ma anche riaffermare un principio di legalità e di civiltà. Al pubblico chiediamo di effettuare una donazione a supporto dei costi che ci troviamo ad affrontare per allestire i campi, garantire gli spostamenti dei volontari durante la vigilanza e delle attrezzature necessarie per contrastare questo preoccupante e, purtroppo, molto diffuso fenomeno”.
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